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martedì 4 dicembre 2012

Una (non tanto) breve introduzione all'eco-bio

I prodotti "eco-bio" sono tutti quei prodotti (cosmetici e detergenti) che hanno come intento quello di essere ecologici e biologici, ovvero la cui produzione (dal singolo elemento al prodotto finito), uso e smaltimento fanno "pochi danni" a noi e al nostro ambiente.

Una piccola premessa: tutte le sostanze emesse sul mercato sono il frutto di rigorosi controlli e difficilmente troverete sostanze mortali o cancerogene (= che fanno venire il cancro. Questa parola al web piace molto, a me poco) senza che ce ne sia l'indicazione sul flacone. (*vedi nota alla fine, ma leggila solo alla fine)

Diverso è per la questione ambientale. Veramente poche aziende e pochi enti lavorano in questo senso. Molti purtroppo sfruttano la parola "eco" perché ai giorni nostri fa molto marketing e richiama tanto alle nostre menti anche "economico", senza però esserlo veramente (a volte né ecologico né economico).

In nostro aiuto ci sono alcune certificazioni ma non tutte le certificazioni sono buone o veritiere.
Purtroppo ancora molte aziende si fanno le certificazioni "su misura": si mettono assieme e si dicono noi siamo ecologici. Che è un po' come chiedere ad una madre di certificare che il suo figlio è il più bello e il più bravo: niente di più facile e assolutamente non oggettivo.

Nonostante tutto esistono delle certificazioni serie:
ICEA: è una bellissima certificazione ma a mio avviso ha una pecca: fornisce lo stesso simbolino sia che tutto il prodotto sia certificato, sia che solo una sostanza la sia. Poichè il mondo è pieno di furbi, più di una volta mi è capitato di trovarmi tra le mani un prodotto con un INCI (poi vi dirò cos'è) dal voltastomaco con la certificazione ICEA, salvo poi scoprire che l'azienda furbetta (da qui in avanti eco-furbo) ha fatto certificare un unico ingrediente (chessò, magari ha preso della camomilla biologica), l'ha infilato dentro il prodotto e ambiguamente mostra impavido il simbolo ICEA e lo sfortunato compratore paga fior fiori di euri un prodotto pensando che sia superbuono e invece è una merda, eco-chimicamente parlando.
Ecolabel: è una certificazione per detergenti (quindi niente cosmetici) che garantisce un basso impatto ambientale di tutto il sistema produttivo. Come certificazione fa spesso passare delle sostanze non proprio delicate con il pianeta, ma ci assicura un ottimo rapporto qualità/funzionamento. Che significa? Che i detergenti Ecolabel per essere certificati come tali devono usare risorse poco inquinanti e devono funzionare, cosa che al giorno d'oggi non è sempre garantito, ahimè.
Ti certificazioni ce ne sono poi mille altre. Per elencarne alcune: Natrue, BDIH, Ecocert, AIAB.

Ecco un po' come difendersi.
Per non rimanere in alcun modo fregati dai bla bla bla che troviamo sulle etichette, dobbiamo affidarci all'unica scritta che non dice bugie: l'INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients).
  • Nei cosmetici l'INCI è obbligatorio per legge che sia presente sulla confezione (etichetta o imballaggio o foglietto) all'atto della vendita.
  • Per i detergenti della casa sull'etichetta è obbligato riportare solo le percentuali delle composizioni e i simboli sulla sicurezza ma è comunque obbligatorio che sia indicato un sito internet in cui poter leggere per intero la composizione (non sempre viene riportata sotto forma di INCI, ma è comunque completa)
  • I farmaci non sono cosmetici né detergenti e non godono nessuna di queste due leggi né verranno mai da me commentati. Non sono un dottore.

Ma come lo interpretiamo quella cosa complicatissima che è l'INCI?
Lo strumento a mio avviso fondamentale per decifrare quelle brutte parole è il BioDizionario, gratuito e di facile consultazione, ideato dal chimico industriale esperto in ecologia, Fabrizio Zago.
Inserendo il nome di una sostanza alla volta, vi viene emesso il "verdetto" sotto forma di
bollino - nome elemento - funzione o controindicazione.
esempio:
BUTYROSPERMUM PARKII (Vegetale/emolliente)
(ps: è il burro di karitè, e non come dicevano i miei compagni di scuola, sperma di maiale. No commenti)

I bollini vanno dal doppio verde, verde, giallo, rosso e doppio rosso.
I bollini verdi sono sostanze di origine vegetale eco-compatibili.
Il giallo può essere dato da diversi fattori: la sostanza ha origine petrolifera ma non ci sono alternative migliori, oppure la sostanza è naturale ma può dare allergia, oppure.. (continua a leggere e capirai meglio)
Il rosso o doppio rosso è dato da tutte le sostanze che possono creare grossi problemi a noi o all'ambiente. Nessuna di queste ci ucciderà,  ma poiché viviamo tutti sulla stessa barca, evitarle non è un male.
Se volete esaminare tutto il prodotto assieme e non solo una sostanza alla volta, è stato creato anche questa pagina, dove riceverete immediatamente la visione d'insieme.

Come avrete capito il Biodizionario è uno strumento rapido per capire se il prodotto è si o no, però non ci dà molte spiegazioni. Per questa ragione il creatore del BD è costantemente a disposizione degli utenti per fornire risposte ai dubbi, e lo fa tramite il forum del biodizionario.
Quindi se vi manca all'appello una sostanza oppure volete sapere il perchè del bollino (e se siete come la sottoscritta vorrete sempre sapere il perché), la funzione cerca è qui che vi aspetta.

Un altro strumento, simile al BD, è il database di ICEA.
Questo è importante per due motivi: primo potrete verificare che il prodotto che avete comprato o che state per comprare sia veramente eco-bio, vedi la storia dell'eco-furb di cui sopra, secondo perché anche ICEA fornisce una sua versione del BD, consultabile anche da iphone.
Questa versione per iphone è decisamente più minimale: fornisce un pallino verde se la sostanza è approvata da ICEA e un divieto rosso se non lo è ma fornisce ancora meno spiegazoni del BD.

Terzo, ma non ultimo per importanza, c'è saicosatispalmi.org una bellissima forum-community che ha tra gli intenti quello di farti prendere coscienza di ciò che quotidianamente ti spalmi. Le ragazze della community stanno costrunedo un sempre più vasto database di prodotti finiti, facendovi risparmiare tantissimo tempo.  Vuoi sapere se lo shampoo di Eco-pincopallo a base di magia artica biologica è quello che promette? Se è stato recensito troverai già a tua disposizione inci, prezzo, descrizione del venditore e commenti della community.
Inoltre queste bravissime ragazze hanno creato anche una pagina in cui vengono elencati tutti i prodotti che generalmente non fanno parte dell'eco-bio (quindi niente grandi marche eco-bio come Lavera, Verdesativa, Santè e Fitocose che vendono solo nei negozi specializzati)  ma il cui INCI è proprio carino e la cui reperibilità è facile (molti si trovano nei supermercati o nelle grandi catene di cosmetica) e il prezzo non sempre esagerato.
La pagina la trovate qui.

Ma una volta "bollato" l'INCI, che fare?
Questo è il metodo di un utente nel forum del BD:
  1. Prima cosa valuto i rossi.
    Se i rossi sono più dei verdi per me il prodotto è bocciato.
    Se ci sono uno/due rossi alla fine, il prodotto potrebbe essere ancora valido, salvo prima andare a capire perché il rosso è tale.
    Come lo faccio? inserisco il nome dell'elemento nel cerca qui nel forum e cerco finché non trovo la spiegazione. A quel punto valuto se il motivo del rosso è intollerabile (e allora scarto il prodotto) oppure mi va bene.
    (esempio: trovo che il dimethicone è un silicone ed è rosso perchè non si biodegrada e perché crea una sorta di film sulla pelle impedendole di respirare. Mi sta bene spalmarmi addosso una cosa del genere?
    SI -> tengo il prodotto sapendo che inquino e non gioverà alla mia pelle
    NO->non lo compro)
  2. Valuto i gialli
    I gialli di solito sono sostanze allergenizzanti o sostanze non proprio brutte ma che in natura ne esistono di migliori.
    Di nuovo valuto: se i gialli sono più dei verdi, il prodotto per me è da scartare. Se ci sono pochi gialli, valuto come prima cercando con il cerca.
    Nel mio caso se il motivo del giallo è "sostanza allargenizzante" scarto il prodotto perchè so che dopo qualche uso mi sensibilizzo.
    Se invece è come il sodium laureth sulfate un giallo dato dall'esistenza di un alternativa migliore in commercio, allora posso chiudere un occhio.
  3. Valuto i verdi.
    E qui sta a voi. Un prodotto tutto verde è sicuramente un buon prodotto, però per il mio personale giudizio tra due prodotti che fanno la stessa cosa preferisco sempre quello con INCI più corto perché "il troppo stroppia" e spesso troppe sostanze fanno poco o niente. Meglio scegliere pochi ingredienti ma buoni.
Tutto chiaro, no?
Questo è come ho iniziato ad interessarmi alla cosmetica, alla chimica e come sono diventata una "talebana degli INCI".

*nota: ci sono sostanze sul BD bollate come "disturbatore endocrino" ad esempio o altri paroloni cattivi. Direte voi: perché sono ammesse nel commercio sostanze del genere? Ci vogliono uccidere? la risposta è no, non ci vogliono uccidere. Sono sostanze che possono essere usate entro certi limiti stabiliti per legge, perché, entro quei limiti, non sono dannose. Queste sostanze sono comunque a mio avviso da evitare o quanto meno da starci attenti perché ok, se c'è solo nello shampoo sono entro i limiti innocui, ma se la stessa sostanza ce l'ho nello shampoo, nel balsamo, nel dentifricio, nel sapone intimo.. ecco che i limiti non sono più garantiti.

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